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Per primo persino
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un merlo su un vecchio divano:
un merlo bambino, un altro supino,
Persino era indiano.
Non erro, era fermo, malfermo,
persino malsano. Per terra
posava la salma di un nero tafano.
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Frugando col becco la terra
raccolse uno spunto
un guanto sciupato
un calzino defunto
un verme attempato
un monile consunto
un 2 centesimi indenne
un punto e una virgola scialba
Ne aveva fin sopra le penne
di miseri breakfast all’alba.
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Pioveva.
Come al solito poteva
restarci secco.
Nella fronda di un pino
infilò le piume, poi, il becco.
Un fulmine. E al mattino
(uff… come dire?...)
Ecco.
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Era una notte colore verde rana:
un’altalena, un prato,
una fontana.
Volava una falena,
fioriva una genziana
e Croack Croack
faceva la campana.
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Le gazze si mossero in volo
alla solita ora: l’aurora.
E fu l’usignolo che solo esclamò:
“Però, com’erano belle
ed. Alla pasticceria del pesce
di Claudio Granaroli ▐