L’ Еυρωπέολογία mi fa pensare innanzitutto a tutta la faccenda del pene in astrologia, anche perché, essendo la Grecia uno stato posto a sud-est dell’Europa, ci si vede il paradigma di Marte in casa XII, quello che, quando è così nel vostro cosmogramma, anche se non siete né greco né magnagreco, potrete sempre cantarvela nel vostro narcisismo cosmico per il fatto, si fa per dire, che avete un “pene notevole”, o un “pene mostro”, un “pene eccezionale”, un “pene assoluto” o “strano”, “straordinario”, “meraviglia del mondo”, altro che dell’Europa… Poi, si scrive “un pene” ma, è ovvio, per via dell’eccezionalità o del fondamento chimerico della casa XII, postovi colà il significante del fallo, il fallo può essere anche doppio, anche se , dall’altra parte, ci sarà sempre qualcuno o qualcuna che , vedendovelo in casa XII che è omologa ai Pesci e ai piedi, sì vi dirà pure che avete un pene che arriva ai piedi, ma poi potrebbe aggiungere che può darsi che guardi in giù e quindi siete un pene moscio; una volta, un poeta della Magna Grecia ebbe a interagire con una cantante che, era una rocker scatenata, aveva Marte in casa I, che è la testa, e quindi era una testa di cazzo, che, quando vedono, quelle che hanno Marte in I o in Ariete, uno che ha Marte in XII, che ha il pene misterioso o straordinario o fantasmagorico o che si erige solo in particolari condizioni della libido, cominciano a dare di testa o cantano, insomma vanno giù con la pulsione sado-orale e per il partner, passato il gaudioso impatto iniziale, son cazzi uretrali!
Tutto questo cosa c’entra con l ‘Europeologia?
La questione dell’europene e della moneta, se ci fosse stato Lacan, sarebbe stata fondamentale per un seminario in un rigido inverno parigino: l’illusione di Frotingham[i], da un lato, e la legge di Crane, dall’altro, E, poi, andando verso sud-est, la legge di Paulg: “Non importa quanto costa qualcosa, ma quanto forte è lo sconto”, abbinata alla Legge di Juhani: “Un compromesso è sempre più costoso di una qualsiasi delle soluzioni che media”. Mentre noi stavamo aspettando, per la prima legge di Weinberg[ii], il fine-settimana risolutivo, mi è venuto di pensare che, se ci fosse stato Lacan a farci un bel seminario, nell’inverno rigido di Parigi, sul (-φ) e l’euroπέος, tutta questa faccenda l’avrebbe tirata dentro con il fallo in casa II che si dà come se fosse in banca, un pene in risparmio o un pene b.o.t., per quelli della Magna Grecia; pensate: il (-φ) e la connessione con la banca, una questione preposizionale: “pene in banca”: se versato in risparmio o se per assegno circolare o da conto corrente o se in transito in banca; “pene per banca”: invece, sarebbe il pene da usare in banca per calcolare il tasso di interesse. Ed è giusta questa variante che interagisce con la legge di Paulg e la legge di Crane, che, inutile ricordarlo, è: “Niente è gratis”.
Per come πρός , nel greco antico, era una preposizione propria e reggeva tre casi, insomma era versatile e si convertiva agli usi; Per come αΠό, invece, ci stava solo con un caso, come εις=in.

Forse è per questa forza ineffettuabile che la dracma(+∆)sarebbe stata più figa, cioè più(-φ)[iv].
[i]“Il tempo è denaro”:Murphy’s Law, © 1977.
[ii]“Il Progresso si compie a venerdì alterni”: Murphy’s Law,© 1977.
[iii]Murphy’s Law Book Two,© 1980.
[iv] D’altra parte, l’Herkunft della “dracma” è connessa al tema δραχ : afferro che genera δραχμη, dracma, peso, moneta di sei oboli. Senza far finta di niente che ci sia una radice nascosta per via di un arrotondamento fonetico che è quello di δραγμα, che, come tema, dà origine allo steso schema verbale di afferro come è dato da δραχ; e allora i 6 oboli sono “ciò che si prende con la mano”, ovvero δράγμα è fascio di spighe, covone (Senofonte, Plutarco), financo messe, grano (Luciano). Le vie linguistiche degli archetipi sono infinite, e partendo dalla Grecia non possono non essere emigrate in Magna Grecia, tanto che in questi luoghi della corruzione postmoderna, ancora ai nostri giorni, anche in seno al gergo delle forze dell’ordine, riferendosi a chi ha preso il grano, si intende, sempre e comunque, qualcuno che può essere connesso al tema δραχ vsδρακοντ, “simile a serpente e a drago”, che allittera il tema “’ndrank(gh)eta”, schema verbale o sostantivo archetipo (plurale) di movimento che sta tra drago, serpente e grano.
Se vai a vedere, “ndrankata” è ottenuto con la desinenza neutra plurale(con aumento sillabico) ατα, che, nella trasmutazione dialettale, perde un po’ della pienezza fonetica della prima alfa.
[iv] D’altra parte, l’Herkunft della “dracma” è connessa al tema δραχ : afferro che genera δραχμη, dracma, peso, moneta di sei oboli. Senza far finta di niente che ci sia una radice nascosta per via di un arrotondamento fonetico che è quello di δραγμα, che, come tema, dà origine allo steso schema verbale di afferro come è dato da δραχ; e allora i 6 oboli sono “ciò che si prende con la mano”, ovvero δράγμα è fascio di spighe, covone (Senofonte, Plutarco), financo messe, grano (Luciano). Le vie linguistiche degli archetipi sono infinite, e partendo dalla Grecia non possono non essere emigrate in Magna Grecia, tanto che in questi luoghi della corruzione postmoderna, ancora ai nostri giorni, anche in seno al gergo delle forze dell’ordine, riferendosi a chi ha preso il grano, si intende, sempre e comunque, qualcuno che può essere connesso al tema δραχ vsδρακοντ, “simile a serpente e a drago”, che allittera il tema “’ndrank(gh)eta”, schema verbale o sostantivo archetipo (plurale) di movimento che sta tra drago, serpente e grano.
Se vai a vedere, “ndrankata” è ottenuto con la desinenza neutra plurale(con aumento sillabico) ατα, che, nella trasmutazione dialettale, perde un po’ della pienezza fonetica della prima alfa.