Francesca Canino, Sigilli alla Biblioteca Civica di Cosenza, a chi interessa la cultura? #emergenzacultura
C’è un luogo a Cosenza che da oltre cento anni custodisce gli strumenti del sapere: la Biblioteca Civica, nume tutelare della conoscenza umana, fucina del futuro. Dal 2 agosto scorso è stata sfrattata da una parte degli storici locali in cui è ubicata da oltre un secolo, poiché non sono stati corrisposti i canoni d’affitto all’agenzia del Demanio. Gli ufficiali giudiziari hanno sigillato un’ala dell’istituto, mettendo a rischio il futuro di migliaia e migliaia di testi antichi e manoscritti . Il comune non ha corrisposto il canone all’agenzia del Demanio. A ciò deve aggiungersi la mancata corresponsione degli stipendi ai dipendenti, che da anni vivono una situazione di precarietà economica. Cosenza, da Atene della Calabria, da sede di una delle prime Accademie d’Italia (l’Accademia Cosentina è stata fondata nel 1511 da Aulo Giano Parrasio), da città che ha dato i natali a filosofi, medici, letterati, astronomi è diventata da alcuni anni la città dei balocchi. E la recente chiusura di un’ala della Biblioteca è la conferma della deriva culturale della città , proiettata verso movide scatenate, ricerche di tesori inesistenti, crolli nel centro storico che hanno cancellato secoli di storia e arte avvenuti nell’indifferenza dell’amministrazione comunale, passando, purtroppo, per la concessione-regalo del Castello a privati – dopo lo sfregio subito con la realizzazione di un ascensore al suo interno – che lo gestiscono a loro piacimento e lo hanno fatto diventare un ‘’lounge bar’’. Ora è la volta della Biblioteca e pare che non sarà la sola struttura destinataria dei sigilli da parte degli ufficiali giudiziari.
Quanto accaduto alla Biblioteca Civica deve far riflettere sull’importanza dei Libri in una società civile: apporre, infatti, i sigilli a un luogo deputato a custodirli equivale, metaforicamente, a metterli al rogo. E con i libri si manda al rogo la cultura, si fa terra bruciata, menti bruciate.
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